Gli Sciucarèn

La frusta da attrezzo agricolo ad oggetto di intrattenimento

Durante le sagre in Romagna, i suonatori di frusta, noti come "sciucarèn," si esibiscono a tempo di musica con il caratteristico schiocco della frusta. Questa tradizione, originariamente legata all'agricoltura, è diventata uno spettacolo artistico con competizioni a livello regionale e nazionale.

Durante le sagre o i momenti conviviali, si può avere la fortuna di imbattersi in uno spettacolo davvero unico e tipicamente dal sapore romagnolo: quello che suonatori di frusta (s-ciucarèn in dialetto) che vanno a tempo di musica con il loro inconfondibile schiocco. Anche se oggi quella della frusta è ormai una disciplina sportiva riconosciuta con competizioni a livello regionale, nazionale e mondiale, la sua storia viene da lontano ed è collegata alla tradizione contadina romagnola.

La frusta nasce infatti come un prezioso strumento di lavoro per gli agricoltori che guidavano con il solo schiocco i buoi chiamati ad arare i campi. L’avvento dei mezzi di locomozione, dai camion ai trattori, ha cancellato la figura degli s-ciucarèn (gli schioccatori di fruste) dai campi, aprendo però la strada alla sofisticata attrazione di sagre ed eventi fino al punto di diventare, nell’abbinamento con la musica, una vera e propria rappresentazione artistica con un incredibile coordinamento neuromuscolare per ritmo e figure.

A Solarolo, esiste una famiglia di frustratori che risale agli anni Trenta. Il fondatore, Angelo Cassani, nasce da una famiglia di birocciai e la frusta veniva utilizzata per dare il passo ai cavalli, ma non solo. Mentre tornavano con i loro carretti verso casa dopo una lunga giornata di lavoro, i birocciai utilizzavano le loro fruste emettendo schiocchi in stile morse e le donne sapevano che stavano arrivando a giornata di lavoro, ogni birocciaio schioccava la frusta con una modalità propria, che veniva riconosciuta dalla rispettiva moglie che sapeva così che il marito stava rientrando a casa. Allora le fruste erano più lunghe e poi il carro si è trasformato in camion. Divenuto anche lui birocciaio, continuò ad usare il ciocco della frusta per stimolare gli animali; ma ormai diciottenne, abbandonò il carro per il camion, senza però rinunciare alla frusta che, per gioco, utilizzava per accompagnare “schioccando” la banda del paese. Negli anni ’80 decise di formare un gruppo insieme ai figli e iniziò, così, ad esibirsi nelle piazze e nelle feste, trasformandolo in uno strumento di accompagnamento per la banda di Solarolo e dalla banda passa poi alle orchestre di liscio, la classica musica delle balere dove si balla a tempo di polka, mazurka e così via. Col passare degli anni l’utilizzo delle fruste si è evoluto e ha iniziato ad accompagnare altre tipologie di musica e balli tipici del folk romagnolo, anche moderni, e majorettes.

La frusta: come funziona?

Come anticipato, la frusta nasce in origine come un prezioso strumento di lavoro per gli agricoltori che guidavano con il solo schiocco i buoi chiamati ad arare i campi. Può essere prodotta in varie misure in base all’altezza di chi la usa. Il legno utilizzato è quello del bagolaro (famiglia degli spaccasassi) e al suo interno l’anima è fatta di fibre, come quelle delle canne da pesca. Viene infine applicata una corda di canapa o in pelle e in cima un filo di nylon, che fa rumore perché supera la velocità del siono. Nel caso dei frustratori Cassani di Solarolo, le fruste vengono prodotte artiginalmente da uno dei membri del gruppo.  Lo studio della frusta potrebbe sembrare allì’apparenza semplice, ma richiede invece molti anni di preparazione.

Una curiosità: lo schiocco che si sente non avviene nel contatto con il pavimento ma è generato invece dal filo di nylon posto sulla cima. Si tratta di un rumore sordo e caratteristico che si manifesta perché il punto terminale della corda supera in volo il muro del suono “viaggiando” a oltre 1200 km orari.

Informazioni e ringraziamenti

In collaborazione con:
Gruppo Frustatori Cassani